Testimonianza lupo cane

Il cane e le sue epoche storiche

Precedentemente abbiamo parlato quanto effettivamente potesse essere stato lungo il periodo di condivisione e relazione tra uomo e lupo. Abbiamo cercato di dare una breve spiegazione raccontando solo un po’ della sua lunga evoluzione. E i cani allora? Che ruolo hanno avuto nella storia? Chi erano, come venivano visti dagli umani dello stesso periodo?

Dei cani abbiamo tantissime informazioni risalenti ad ogni epoca storica, dai graffiti preistorici raffiguranti battute di caccia, a figure mitologiche quali Cerbero (enorme cane a tre teste) e Anubi (il dio egizio con sembianze di cane/sciacallo), entrambi considerati custodi delle anime dei defunti nell’aldilà.

Graffiti Anubi e Cerbero

Sappiamo che nella cultura egiziana e greco-romana spesso i cani, simbolo di estrema fedeltà, erano talvolta tumulati insieme ai loro padroni, oppure raffigurati sulle cinte murarie e sulle porte cittadine di case e palazzi. Celebre la scritta “cave canem” (tradotto “attenti al cane!”) sulle case romane dei ricchi per intimorire i malintenzionati, spesso raffigurato con il guardiano tenuto alla catena, per esaltarne l’aggressività e la potenza protettiva.

Cave Canem

Prima ancora gli Hyksos, gli Ittiti, i Persiani, usavano i feroci mastini mesopotamici, muniti di collari con grossi e lunghi aculei, che lanciavano contro il nemico con risultati terrificanti. Questi cani traevano certamente origine dal mastino del Tibet, tutt’ora presente nel Nepal e nelle regioni limitrofe, ma di dimensioni ridotte rispetto a quello gigantesco di allora, definito dallo stesso Marco Polo: “grande come un asino”. La loro presenza è largamente documentata anche dalle civiltà degli Incas e dei Maya così come da quelle cinese e indiana.

Dell’influenza, e quindi della reale esistenza del cane ne parlano:

  • Zoroastro, la massima per cui “Il mondo si regge sull’intelligenza del cane”;
  • Socrate, “d’abitudine giurava sul cane come su cosa sacra”;
  • Plutarco parlò del cane di Santippo, padre di Pericle, che, non potendo seguire il padrone partito per mare, si buttò in acqua, lo seguì a nuoto da Atene a Salamina e, raggiuntolo, morì di sfinimento;
  • Alessandro Magno edificò la città di Pesita in onore di un suo cane preferito;
  • Omero cantò di Argo che morì quando riconobbe Ulisse, l’adorato padrone atteso per vent’anni;
  • Fra i tanti cani celebri, Sotèr, il solo superstite dei difensori di Corinto, attaccata di sorpresa dal nemico nel 581 a.C. La città gli conferì un collare d’argento con la scritta “difensore e salvatore di Corinto”.

Cani da guerra romani

 

Cani da guerra romani

Nel Medioevo i Bloodhound e i Bracchi sono utilizzati per prendere la selvaggina senza abbaiare. All’inizio del Quattrocento i cani di piccola taglia erano numerosi nelle famiglie borghesi, immortalati in dipinti, anche di artisti famosi. Ma se oggi le librerie sono ricche di manuali su come comportarsi con il proprio cane, durante il Rinascimento vi erano opere che fornivano opportuni consigli su come accarezzare il proprio cane in pubblico e come toccarlo nei punti per lui più piacevoli. Ragazzi, qui si parla di Rinascimento, tra il 1300 e il 1600 …ci pensate? E tutt’oggi, nonostante le elevate tecnologie, rivoluzioni e progressi, ci ritroviamo TUTTI i giorni a spiegare alle persone, proprietari e non proprietari di cani, come ci si comporta adeguatamente con un cane. Ogni giorno si vedono e sentono cose incredibili, che farebbero accapponare a chiunque.

Nel Settecento, secolo frivolo e mondano per eccellenza, ai cani vengono riservate particolari attenzioni quali cucce imbottite, vestiti vezzosi, ripetute carezze, bocconcini prelibati, oltre alla grande attenzione alla toilette ed alla passeggiata quotidiana, per la quale è delegato un “canettiere” (oggi riconosciuto nella figura del dog sitter o dell’educatore cinofilo dell’epoca). Nello stesso periodo nascono i primi canili, dotati di ogni comfort e di ampi spazi. E se un tempo nelle tombe dei padroni il cane vegliava sul loro sonno eterno, adesso vengono creati sontuosi monumenti funerari commissionati da padroni, disposti a pagare talvolta a peso d’oro il ricordo del loro caro amico a quattro zampe. Una vera esibizione d’onore, potenza, riconoscenza e amore.

Canettiere di corte 1700

In Inghilterra, nell’Ottocento, nascono le prime mostre canine, occasione per padroni vanitosi di esaltare le caratteristiche dei loro prediletti, preparati con la massima cura per l’esposizione. Tali manifestazioni anche oggi sono molto popolari e richieste, tanto da far scegliere con meticolosa attenzione il cucciolo che si va ad acquistare. Esse sono impiantate esclusivamente su un mero aspetto estetico meticoloso di razza. Facendo parte di una branca molto specifica, e forse anche un po’ di nicchia della cinofilia, generalmente un istruttore cinofilo, anche con poche esperienze al riguardo, finisce per amare o odiare questi tipo di esibizioni. Fino ad arrivare al secolo scorso, il Novecento, secolo percorso da guerre e sconvolgimenti sociali, dove il cane è stato addestrato anche in funzione di kamikaze contro le truppe nemiche, messaggero o piccolo e veloce trasportatore di munizioni. Tutto viene largamente documentato da suggestivi dipinti per mano di pittori eccelsi che si sono succeduti nelle varie epoche quali: Giotto, Paolo Uccello, Velasquez, Van Dyck, Rembrandt, Caravaggio, Reynolds, Goya, Renoir, Balla o Carrà.

Cane kamikaze Paolo Uccello Caccia notturna

 

Reynolds

Nel corso dei secoli l’ibridazione selettiva dei cani ha prodotto tratti fisici e comportamentali ritenuti più vantaggiosi per le varie attività umane a cui prendevano parte. Naturalmente, per ogni tipo di selezione, va sempre tenuto in considerazione il periodo storico di riferimento.

Mentre prima si osservavano l’attitudine e le caratteristiche comportamentali di razza, che avrebbero dovuto aiutare o agevolare determinate mansioni umane, oggi per rendere “più a portata di mano” quasi tutti i tipi di razze si è scelto di creare delle linee specifiche di sangue.

Quindi potremmo trovarci davanti a un cane della stessa razza ma con linee di sangue diverse, da lavoro o da bellezza. Non è certo impossibile capire che a queste diverse linee di sangue corrispondono diverse caratteristiche e “gradi di fabbisogno” locomotorio, lavorativo e motivazionale, senza contare che molto spesso si hanno anche notevoli differenze estetiche.

 

Linee sangue Border collie

In questa breve carrellata storica e attitudinale abbiamo avuto la riprova che il cane è stato in grado di plasmarsi a nostra immagine e somiglianza nella storia, continuando a camminare sempre al nostro fianco come un vero compagno di vita.

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