Scienziati ed esperti dell’epoca
Abbiamo già un po’ parlato della funzione del cane nei diversi periodi storici, ma è importante sottolineare quanto questi avessero concretamente rilevanza e quanto venissero effettivamente citati e studiati da numerosissimi scienziati dell’epoca. Di seguito ho trovato interessante creare una brevissima carrellata storica che esprimesse i punti di vista e di partenza dell’epoca, nei riguardi dello studio e dell’osservazione del cane. Osserviamo e riflettiamo …
Nel 1758 Linneo ritenne che il cane fosse un’unica specie ben distinta dalle altre a causa della coda portata abitualmente verso l’alto (elemento che contraddistingueva i suoi individui).
Nel 1787 John Hunter sostiene che Canis lupus, Canis aureus e Canis familiaris, tra loro interfecondi e con ibridi fertili, venivano considerati della stessa specie.
Nel 1839 Hamilton Smith descrive l’addomesticamento di Dusycion culpaeus: sostiene e promuove l’idea che durante i millenni si siano susseguiti vari addomesticamenti di canidi e che successivamente questi si siano poi inter fecondati tra loro.
Nel 1854 a causa dello straordinario abbassamento di alcuni bacilli svizzeri, vennero alla luce numerosi villaggi su palafitte: in diversi strati furono rinvenute, accanto a manufatti indicativi dell’epoca, numerose ossa di animali preistorici, sia selvatici sia domestici.
Nel 1859, L’Origine della specie, Darwin tratta anche delle origini del cane.
In questi termini:
Cap 1 – la variazione dello stato domestico- “in base a considerazioni geografiche e di altra natura, secondo me, i nostri cani domestici sono derivati, con molta probabilità, da parecchie specie selvatiche […] I moderni selvaggi talora incrociano i loro cani con canidi selvatici allo scopo di migliorare la razza e già lo facevano anticamente, come risulta da un passo di Plinio […] così come lo fanno gli Eschimesi […]”
Cap 5- Le leggi della Variazione- “nelle nostre razze di cani domestici può trovarsi mescolato il sangue di lupi, o di cani selvatici, tropicali ed artici […]”
Cap 8 – Ibridismo- “i nostri cani sono discesi da parecchie specie selvatiche eppure, forse con la sola eccezione di alcuni cani domestici dell’America meridionale sono tutti fecondi tra loro […] il pomero tedesco si incrocia con la volpe più facilmente degli altri cani, e cani dell’America meridionale non si incrociano facilmente con i cani europei […] questi discendono da specie diverse.”
Nel 1868 Specifica:
“il punto essenziale di interesse, è capire se le numerose razze di cani siano discese da una singola specie selvatica o da diverse.”
Alcuni autori credono che tutte siano discese dal lupo, dallo sciacallo o da una sconosciuta specie estinta. Altri ancora credono, forse con la posizione più accreditata, che siano discese da più specie, estinte o più o meno recenti, imparentate in qualche modo tra loro.
Nel 1950 Lorenz osserva due modelli etologici differenti che lasciano presupporre una duplice origine del cane moderno: una più vicina al lupo ed una più vicina allo sciacallo. (“L’anello di re Salomone” cap. – La fedeltà non è un miraggio-)
Verso gli anni 1960- ’70 le ipotesi sul processo di domesticazione viene rielaborata e riletta dai coniugi Ray e Lorna Coppinger, biologi, che propongono la teoria di un “addomesticamento naturale” del lupo, (teoria tutt’oggi più accreditata, di cui abbiamo già parlato). Una selezione naturale di soggetti meno abili nella caccia, ma al contempo meno timorosi nei confronti dell’uomo, che avrebbero cominciato a seguire i primi gruppi di cacciatori nomadi, nutrendosi dei resti dei loro pasti, ma fornendo inconsapevolmente un prezioso servizio di “sentinelle” e dando il via a una sorprendente coabitazione tra due specie che regalava reciproci vantaggi. Alcuni di questi “cani selvatici” sarebbero poi stati avvicinati ed adottati nella comunità umana, creando un perfetto esempio di coevoluzione. Quasi certamente, come dimostrato anche dagli studi di Dimitry Belyaev, la naturale selezione basata sulle attitudini caratteriali al domesticamento ha provocato la comparsa di mutamenti fisici (dalla riduzione del volume cranico, all’accorciamento dei denti, ma anche la comparsa di caratteri quali le chiazze bianche sul mantello, le code arricciate e orecchie pendenti)
Dagli anni ’80 sembra certo che l’ancestore selvatico del cane sia il lupo; questa ipotesi viene supportata soprattutto grazie a dati archeologici: in varie parti del mondo, si hanno rinvenimenti di sepolture miste uomo-lupo.
Nonostante tutti questi anni passati a studiarli e osservarli, ancora tantissime cose non si sanno dei nostri cani amici cani, che pure convivono con noi sotto lo stesso tetto tutti i giorni. Non dimentichiamo mai cosa eravamo prima, cosa siamo riusciti a creare insieme in anni di coevoluzione. Non dimentichiamo di porci sempre le giuste domande oggi, per perseguire un migliore futuro domani. Questo vale sia in ambito puramente scientifico che in situazioni personali e famigliari con il nostro cane.